(In edicola con 20centesimi)
Qualcosa di straordinario accadeva ieri alle sei del pomeriggio, dalle parti di via Cairoli, mentre una piccola folla festante di studenti, guidata da una specie di sciamano - chiaramente il leader del gruppo, a causa se non altro delle occhiaia di gran lunga più profonde di quelle degli altri - avanzava verso una meta che non sembrava altro che la più vicina biblioteca. Com'è usuale in occasioni come queste, le voci più disparate si facevano largo dalla testa del gruppo, fino alle sue ultime fila. Di studente in studente - molti dei quali avevano da poco lasciato la sala studio della biblioteca - le notizie si distorcevano e si amplificavano a dismisura. Chi sosteneva che Simona Manca fosse tornata a "scopare" ["pulire" ndr] nell'atrio veniva fortemente deriso dal resto della ciurma. Troppo poco, con tutto il rispetto. Neanche la matricola dalla media più alta del gruppo avrebbe messo da parte la prospettiva di una scommessa alla Snai per così poco. Altri erano certi addirittura che Moana Pozzi fosse tornata dall'inferno vestita da esponente di Io Sud e stesse forzando la macchinetta delle bibite con successo. In breve, qualcosa di più di un plotone di giovanotti - tutti di sesso maschile, tutti dotati di libri in spalla e di un brio insolito per l'ora - confluiva dalle vie del centro di Lecce in direzione dell'accesso monumentale all'ex Convitto Palmieri. Proprio dove oggi è ospitata la sede della Biblioteca Provinciale, intitolata a un Nicola Bernardini che, forse, non si era mai visto così strettamente sotto assedio, nella sua fortezza di carta e di pietra, come del resto parecchi altri luoghi di cultura di questi tempi.
Ebbene, una volta varcata la soglia della biblioteca, perfino lo sciamano non credeva ai suoi occhi. Eppure, quegli occhi avevano già visto una volta quello che c'era al di là di una semplice porta a vetri. E al di là di qualunque sua fantasia erotica. Poi, era corso ad avvertire gli altri.
In una semplice biblioteca pubblica stava accadendo qualcosa di sovrannaturale. C'erano file - che dico file: orde - che dico orde: eserciti di femmine giovani e belle in costume da bagno. Dai capelli mossi, lisci, biondi e bruni. Dalle tette naturali piccole, dalle tette naturali diversamente piccole. Rifatte male, rifatte bene, rifatte molto bene. Sfilavano prima una ad una, poi pure in gruppetti sul palco della prima sala a sinistra dall'ingresso, quella tradizionalmente votata a presentazioni di libri di Maurizio Maggiani o edificanti workshop sulla Costituzione della Repubblica Italiana, destinati agli allievi delle scuole elementari.
Oltre ai consueti dipinti ad olio d'ispirazione risorgimentale, un telo in fondo spiegava a grandi linee che cosa stava accadendo, mentre i ragazzi si pizzicavano a vicenda, lasciando segni forse indelebili sui loro delicati corpi di studiosi.
"Premio alla bellezza Gran Galá della moda. Fashion & Beauty". Si googla. Ce ne sarà per altre sette "sedute". Sette tardi pomeriggi in paradiso. La fila per il bagno, che già in serate normali è piuttosto ambito, per via del lusso estremo che presenta nei marmi e nelle seditoie, comincia in breve a diventare interminabile. Qualcuno fa pure lo spiritoso. Con tanto di zaini pieni di libri, indicandone il peso, i ragazzi si dicono: "Siamo tutti qui per lo stesso motivo". Un eroe di sincerità: "No, veramente sono qui per tutte ddhre fimmene mezze nude". A un certo punto qualcuno è colto dalla consueta allucinazione fantozziana. Solo, invece di vedere San Pietro sopra la traversa, quel qualcuno afferma di aver visto Giacomo Grippa - presidente dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti, sezione di Lecce, frequente utilizzatore dei servizi della biblioteca - scrivere da qualche parte a pennarello: "Dio c'è". [Naturalmente è un'assurda illazione ndr].
Qualcosa di straordinario accadeva ieri alle sei del pomeriggio, dalle parti di via Cairoli, mentre una piccola folla festante di studenti, guidata da una specie di sciamano - chiaramente il leader del gruppo, a causa se non altro delle occhiaia di gran lunga più profonde di quelle degli altri - avanzava verso una meta che non sembrava altro che la più vicina biblioteca. Com'è usuale in occasioni come queste, le voci più disparate si facevano largo dalla testa del gruppo, fino alle sue ultime fila. Di studente in studente - molti dei quali avevano da poco lasciato la sala studio della biblioteca - le notizie si distorcevano e si amplificavano a dismisura. Chi sosteneva che Simona Manca fosse tornata a "scopare" ["pulire" ndr] nell'atrio veniva fortemente deriso dal resto della ciurma. Troppo poco, con tutto il rispetto. Neanche la matricola dalla media più alta del gruppo avrebbe messo da parte la prospettiva di una scommessa alla Snai per così poco. Altri erano certi addirittura che Moana Pozzi fosse tornata dall'inferno vestita da esponente di Io Sud e stesse forzando la macchinetta delle bibite con successo. In breve, qualcosa di più di un plotone di giovanotti - tutti di sesso maschile, tutti dotati di libri in spalla e di un brio insolito per l'ora - confluiva dalle vie del centro di Lecce in direzione dell'accesso monumentale all'ex Convitto Palmieri. Proprio dove oggi è ospitata la sede della Biblioteca Provinciale, intitolata a un Nicola Bernardini che, forse, non si era mai visto così strettamente sotto assedio, nella sua fortezza di carta e di pietra, come del resto parecchi altri luoghi di cultura di questi tempi.
Ebbene, una volta varcata la soglia della biblioteca, perfino lo sciamano non credeva ai suoi occhi. Eppure, quegli occhi avevano già visto una volta quello che c'era al di là di una semplice porta a vetri. E al di là di qualunque sua fantasia erotica. Poi, era corso ad avvertire gli altri.
In una semplice biblioteca pubblica stava accadendo qualcosa di sovrannaturale. C'erano file - che dico file: orde - che dico orde: eserciti di femmine giovani e belle in costume da bagno. Dai capelli mossi, lisci, biondi e bruni. Dalle tette naturali piccole, dalle tette naturali diversamente piccole. Rifatte male, rifatte bene, rifatte molto bene. Sfilavano prima una ad una, poi pure in gruppetti sul palco della prima sala a sinistra dall'ingresso, quella tradizionalmente votata a presentazioni di libri di Maurizio Maggiani o edificanti workshop sulla Costituzione della Repubblica Italiana, destinati agli allievi delle scuole elementari.
Oltre ai consueti dipinti ad olio d'ispirazione risorgimentale, un telo in fondo spiegava a grandi linee che cosa stava accadendo, mentre i ragazzi si pizzicavano a vicenda, lasciando segni forse indelebili sui loro delicati corpi di studiosi.
"Premio alla bellezza Gran Galá della moda. Fashion & Beauty". Si googla. Ce ne sarà per altre sette "sedute". Sette tardi pomeriggi in paradiso. La fila per il bagno, che già in serate normali è piuttosto ambito, per via del lusso estremo che presenta nei marmi e nelle seditoie, comincia in breve a diventare interminabile. Qualcuno fa pure lo spiritoso. Con tanto di zaini pieni di libri, indicandone il peso, i ragazzi si dicono: "Siamo tutti qui per lo stesso motivo". Un eroe di sincerità: "No, veramente sono qui per tutte ddhre fimmene mezze nude". A un certo punto qualcuno è colto dalla consueta allucinazione fantozziana. Solo, invece di vedere San Pietro sopra la traversa, quel qualcuno afferma di aver visto Giacomo Grippa - presidente dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti, sezione di Lecce, frequente utilizzatore dei servizi della biblioteca - scrivere da qualche parte a pennarello: "Dio c'è". [Naturalmente è un'assurda illazione ndr].
In ogni caso, Dio solo sa se quello che sta accadendo di là sia opera del migliore dei consulenti dell'Assessorato alla Cultura della Provincia, per incentivo allo studio o qualche altra diavoleria del genere. O se sia solo una delle prime avvisaglie delle reazioni di Simona Manca alla minaccia fantasma di un "testo unico sui beni culturali", che dovrebbe partire a livello regionale "senza che gli assessori alla cultura ne siano stati invitati alla redazione". Certo è che le sue dichiarazioni di ieri non lasciano dubbi sull'impegno che la Manca ha in mente per la cultura salentina. "Non siamo agenzie di eventi, siamo istituzioni che hanno il dovere di fare cultura, non di organizzare spettacoli".Grazie ai nostri amministratori che sono riusciti nella difficile impresa di ricordarci l'altro modo - oltre a pensare troppo alle donne - che, per tradizione, è più efficace per diventare ciechi, o comunque per vederci decisamente meno: studiare troppo.
1 commento:
Cosa dire se non "Tutto è cultura"? e quale migliore sottofondo, mentre lo dico, se non questo http://www.youtube.com/watch?v=uph1JEXDhpU ?
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