25 giugno 2010

Fatta la ronda, trovato l'inganno

In edicola su 20 Centesimi.

Ronde sì, ronde no; ronde, infine, sì. O, almeno, così pare. La Corte Costituzionale ha in parte bocciato e in parte approvato le famigerate norme sulle 'ronde', previste dal pacchetto sicurezza del 2008-2009. La Consulta, con la sentenza 226 depositata ieri in cancelleria, ha fatto distinzione fra due tipi di ronda, di cui uno sarà esercizio legittimo di un diritto. L'altro, un piccolo abuso pronto da condonare. Ovvero, fatta la ronda, trovato l'inganno. Da una parte i giudici della Consulta hanno dato il via libera "all'impiego di cittadini non armati per segnalare eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana" [sic]. Dall'altra, hanno dichiarato illegittimo l'impiego delle 'ronde' in situazioni di "disagio sociale". Dunque, se tanto ci dà tanto, prepariamoci a una bella varietà di situazioni e di applicazioni. Soprattutto del concetto di "non armati": il campo che più si presta ad interpretazioni fantasiose e romanzesche.
Ronde all'italiana (ritardatarie, qualunquiste, di facciata); ronde fascistelle (rabbiose, revansciste); ronde di quartiere, ronde metropolitane; ronde chic (tutti neri, con divisa e tanto di basco e aquila imperiale), ronde trasandate (tutti vestiti diversi, ma in fondo uniti); ronde politicamente corrette (con grida d'avvertimento, con paternali), ronde scorrette (di azione immediata); ronde belle, ronde brutte. Ce ne sono per tutti i gusti, perché in molti, moltissimi le aspettavano. A dire il vero, per esse, erano in fibrillazione entrambi i tipi di potenziali protagonisti: quelli che le avrebbero date e quelli che non avrebbero voluto altro che prenderne, per darne ancora e ancora.
Nei paesi che consideriamo civili (vale a dire soprattutto quelli anglosassoni: Stati Uniti in primis), le ronde di quartiere esistono da anni, e si chiamano con uno dei tanti eufemismi che rendono grande la lingua inglese: "neighborhood watch" - vale a dire, più o meno, "osservazione del vicinato". Sono il primo degli sport sociali del cittadino medio di sobborgo americano. Dopo le riunioni degli alcolisti anonimi, naturalmente. Si stabiliscono turni e si sta apposto con la coscienza, perché più di una mazza da baseball non si può portare con sè, e si è comunque fortemente incoraggiati a fare la delatori alle autorità, quando si vede qualcosa che non va, piuttosto che intervenire direttamente sui vari casi, ed essere crepati di mazzate (come accade il più delle volte, del resto).
Non osiamo ancora immaginare quello che potrebbe essere la versione leccese e salentina di queste benedette ronde. Perlomeno, non con quello che leggiamo quotidianamente sulla colonne locali della cronaca nera. Bene che vada, le ronde arriveranno e andranno via, silenziosamente come è venuto il poliziotto di quartiere. Male che vada, nel cuore della nostra provincia riccastra ma pulp, altro che mazzate. Anche perché, nel buio della notte salentina, di ronda ce n'è sempre stata una sola: quella tutt'altro che silenziosa della malavita organizzata.

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