12 novembre 2010

L'esercito delle pornononne

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Sono a dir poco bizzarre le riflessioni che ci fanno venire in mente occasioni come il Convegno del Sindacato Pensionati della Cgil di Lecce, che si svolge oggi alle 9.30, alla presenza di un pubblico sceltissimo, sempre più raro di questi tempi: una platea di vere persone anziane autocertificate,
Non è colpa nostra se siamo a nostra volta vecchi abbastanza da aver avuto dei nonni veri, di quelli che viziano e che, all'occorrenza, quasi proteggono i nipoti dalla gioventù stessa dei loro genitori. Non è però colpa nostra neanche se siamo ancora abbastanza giovani da poter osservare con sguardo smaliziato la realtà neo-anziana che ci sta attorno. Staremo alle Cantelmo col cuore in mano, suggendo dalle labbra dei rappresentanti di quell'esercito sommerso (33mila pensionati iscritti solo nella Provincia di Lecce) tutta la speranza che nel 2010 ci possano essere ancora dei nonni, con dei problemi da nonni e, soprattutto, delle risoluzioni nonnesche di problemi da nonni.

Dei nonni, e non dei secondi genitori che, invece che viziare i nipoti come giustamente ha fatto qualunque generazione addietro, per secoli, li sgrida quando chiedono un gelato di troppo, per strada, in modo da allontanare il più accuratamente possibile il sospetto, nei passanti, che l'infante in questione possa essere generazionalmente altro rispetto a un loro figlio tardivo, venuto fuori in corner o per opera di uno spirito santo conosciuto al corso di tango.
Se oggi il giovane Holden fosse ancora giovane come lo era quella volta davanti al suo famoso specchio d'acqua newyorkese, sono certo che avrebbe ben altro tenore, o almeno un oggetto diverso, la sua domanda epocale ("Dove volano le anatre quando lo stagno di Central Park è gelato?"). Senza considerare gli stravolgimenti climatici che sono intercorsi nel frattempo - e le relative evoluzioni di specie degli uccelli acquatici conosciuti - la domanda che sorge più spontanea suona più o meno come: "Dove vanno le donne quando invecchiano?".


Non c'è più bisogno ormai di aver fatto le scuole a Manhattan per realizzare che la razza umana più pericolosamente a rischio d'estinzione non sono affatto le ragazze serie (come tutta una tradizione musicale pessimistica vorrebbe farci credere, da Marco Masini in poi); né tantomeno i fruttivendoli onesti (che sono già belli che andati, insieme con le fragole che sapevano di fragola); bensì un'altra: le vecchie di fatto. Per rendersene conto, basti fare un giro nel reparto cosmesi del Coin di piazza Mazzini a Lecce, o come diavolo si ostina a chiamare la "Standa" qualche responsabile marketing troppo fresco di master. Non più trentacinquenni bon ton che si atteggiano a signore con finta Chanel; non più cinquantenni fiere del loro primo taglio di capelli corto da anni, finalmente da donna piena e matura; e neanche una delle infinite sfumature e sottigliezze fra questi due poli. Solo una generazione monoblocco di diversamente giovani arranca fra gli scaffali, e guai a consigliare loro una sola crema per le rughe: ci pensano fratello botulino, e sorella Revitalift a pensare alle loro piccole imperfezioni della pelle. Tutto che vogliono è solo un profumo nuovo e una gonna al ginocchio, ma da infarto.
E' come se forse uguali e opposte trascinassero quei corpi e quelli delle loro nipotine più cresciutelle per le botteghe Intimissimi di mezza provincia, con un solo scopo: unire aspiranti veline e velone in una sola orrorifica fascia d'età indefinita, in cui alle sedicenni comincia già ad andare stretta la definizione di pornobambina (oh, incoscienti Milf delle loro bambole, troppo presto dismesse!), e alle sessantenni va invece benissimo - eccome - un'altra, freschissima voce del dizionario italiano del malcostume contemporaneo: quella della pornononna. Non c'è ragazza nonna leccese che conti che non cerchi disperatamente di rientrare in questa ambita categoria, almeno con la stessa forza e con la stessa convinzione con cui cerca di rientrare nei suoi jeans Replay da ragazza. E considerate che i Replay non hanno cominciato ad andare seriamente di moda prima di quindici anni fa.
Ogni donna, dopo una certa età, diventa l'autoritratto di se stessa da giovane continuamente ridipinto, continuament. I suoi pennelli, per carità, non si chiamano solo mascara Lancôme Oscillation, o tossina botulinica A, ma anche autostima, voglia di distinzione, o semplice amor proprio. Ma quel che è troppo è troppo.

Altrimenti, e lo diciamo con tutta l'onestà intellettuale possibile, non sarebbe così appagante partecipare a una riunione del Sindacato Pensionati Italiani, e rendersi conto che, forse, Lecce è ancora un paese per vecchi. Forza SPI CGIL e forza Celina Cesari.

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