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Mentre percorriamo la strada che ci separa da Leuca a Santa Cesarea, quello che argomenta sulla superiorità del personaggio di Ugo Fantozzi su ogni altra figura del cinema italiano - adagiato sul sedile davanti, felicemente scottato dal sole della lunga mattinata trascorsa al mare - tutto può sembrarci meno che uno dei massimi interpreti del pensiero di Karl Marx che l'Italia di oggi conosca. Per inciso: è il più giovane (a 20 anni la sua prima traduzione dal tedesco; a 26 il suo ultimo libro, "Bentornato Marx - Rinascita di un pensiero rivoluzionario", nelle librerie per Bompiani); e il più brillante (nessuno strega gli uditori come lui, grazie alla sua parlata rilassante e fiduciosa, tipica del compagno di classe che ne sa talmente tanto da non suggerirvi, rispiegarvi la lezione mentre la prof non guarda (non a caso, una generazione di studenti di filosofia si sta formando sui riassunti che si trovano sul suo blog, Filosofico.net).
Insomma, per rendervi conto di chi sia davvero il torinese Diego Fusaro pensate che, nella sola Casarano, nell'assolato pomeriggio di un 2 luglio salentino, è riuscito a raccogliere più di cento persone intorno a Marx, complice il suo grande amico e collega studioso (vaniniano e ugentino) Mario Carparelli. Un altro dato: alla presentazione di "Bentornato Marx" che si è svolta a Lecce, alla Libreria Gutenberg, gli spazi erano più ridotti che a Casarano, ma in prima fila c'era un certo Alberto Maritati. Il senatore era lì senza invito, colmo di curiosità per un siffatto supereoe della comunicazione marxiana. Quando si è reso conto che il dibattito intorno al libro sarebbe durato troppo a lungo per i suoi impegni, Maritati - carta e penna alla mano - ha segnato l'indirizzo di posta elettronica di Fusaro, per porgergli "tre domande", in differita. Invitiamo fin d'ora il senatore Maritati a farci sapere di che si tratta.
Niente di tutto questo era visibile in superficie mentre Diego si scatenava sulla piste del Malè. Resterà agli annali della cronaca mondana salentina (se ce n'è ancora una) la frase con cui si è presentato, appena entrato in discoteca: "Non sono mai stato prima d'ora in una proprietà privè". Ma, d'altronde se è vero quello che dice Lucio Dalla in suo famoso adagio ("l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale") è vero anche che la rivoluzione si può fare anche così, in bermuda e sana voglia di divertirsi. Perché Marx - applicato alla vita quotidiana senza preconcetti e anacronistici "ismi" - può essere davvero un compagno di avventure tutt'altro che noioso. Parola del sorriso della fidanzata di Diego, Claudia, che lo ha accompagnato nella sua full-immersion nella subcultura estiva salentina. Da cui Diego è uscito molto colpito dalla giovialità dei nostri compatrioti ("I rapporti da voi sono molto più profondi che al Nord, dove se ti senti male, in mezzo a una strada, ci resti lì secco") e ammirato dalla quantità di eventi e di iniziative che vi si svolgono, anche in estate (in realtà, ci sarebbe da appuntare che, perlopiù, si svolgono solo in estate).
Se c'è anche una remota possibilità che Diego Fusaro possa tornare in Salento per restarci (è un sogno che Mario Carparelli accarezza da quando ha in mente una scuola per traduttori filosofici, una vera e propria accademia dei paroloni addomesticati), sono convinto che sarebbe un primo passo per trasformare Lecce. Marcello Veneziani disse che basterebbero 1000 giovani di talento trapiantati in Puglia, per cambiarla per sempre. Ecco, se quei giovani fossero solo 10, uno di loro dovrebbe essere Diego.
Parafrasando un po' Oscar Wilde, che all'imbarco per l'America non ebbe nulla da dichiarare, a parte il suo genio, mentre Diego fa check-in per lasciare il mare della Puglia e ritrovare quello della Liguria e della sua infanzia (l'uno, un po' troppo lontano, per i nostri gusti, e la seconda un po' troppo vicina, per quelli dei suoi contestatori - si badi bene - tutti a sinistra), il suo amico Carparelli lo saluta con una giusta raccomandazione: "Occhio ai controlli, il pensiero è dinamite". In un altro gioco di parole: non avevo mai visto un marxiano - anche nel cuore del Salento, persino nel luglio 2010 - sembrare così poco un marziano.
3 commenti:
Letto solo oggi, a più di un anno di distanza dalla pubblicazione. Girovagavo per internet alla ricerca di notizie su Diego Fusaro del quale sto leggendo (e apprezzando molto) "Bentornato Marx".
E dunque: complimenti per questo post.
Attilio Coco
gentile dott. Fusaro,
lei in Essere senza tempo (Ed. Bompiani) alla p. 109 a proposito di "locomotive della storia" si riferisce alle Lotte di classe in Francia di K. Marx, editori riuniti, Roma 1962, p. 148.
Ho controllato esattamente l'ediz. da lei citata e alla p. 148 non ho trovato la sua citazione sia nel testo che in nota. Mi sembra esagerato riportarle la pagina che lei ovviamente potrà ricontrollare. Sono sicuro che si tratta di un refuso.
Potrebbe dirmi a quale pagina o a quale testo con esattezza si riferisce?
Ho guardato anche su Internet e molto spesso viene citato questo concetto marxiano ma non ho visto mai citata (ovviamente per pigrizia intellettuale del sottoscritto) in quale opera Marx ne parla. Che sia un concetto marxiano è fuori discussione, ma dove si può trovare?
Sono convinto che nella sua "marzianità" saprà dirmi qualcosa di più preciso inviandola direttamente al mio indirizzo e-mail: vmarzo2@gmail.com.
Non ho facebook perché non lo amo. Condivido molto del suo commento sul PD.
Grazie della sua gentilezza
vincenzo marzo
Ho letto su Facebook un commento che riportava ad un'affermazione di fusaro dalla sua stessa pagina, in merito alla morte di Don Verzè commentata da Cacciari:
" ben detto, condivido pienamente. ho conosciuto Don Verzé e lo ricorderò con affetto e
stima. valeva infinitamente di più dei pagliacci giornalisti che ne
infangano la memoria e degli istrioni nichilisti della sinistra. "
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