28 settembre 2010

Tutti a Lecce per fare la Festa alla Polizia

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Sebbene possa sembrare incredibile, in una città in cui la figura del poliziotto di quartiere ha sempre avuto poco senso (giacché è già da tempo consolidata quella del poliziotto di condominio); nella serata di ieri la presenza delle forze di Polizia per le vie di Lecce è stata ancora più gaia e massiccia del solito.
Anche a distanza di centinaia di metri dai due punti focali della Festa Nazionale della Polizia (piazza Duomo e il Castello Carlo V), le camionette erano tantissime e l'atmosfera generale - fra moltitudini di poliziotte in gonna e di altri veicoli storici in bella mostra - era molto serena e festosa. Talmente serena e festosa che perfino in via Trinchese, in cui diversi agenti in tradizionale atteggiamento antisommossa erano fermi all'altezza del Teatro Apollo, la gente che, altrettanto tradizionalmente, ne avrebbe temuto anche un cenno di saluto, ieri sera tendeva felice le mani verso quegli scudi trasparenti. Senza sospettare minimamente che, in realtà, quegli agenti erano davvero antisommossa.
La Festa della Polizia è un rito itinerante da diversi anni. Questo è l'anno di Lecce e tutto è stato organizzato alla perfezione. Si celebra San Michele Arcangelo, il protettore della Polizia, che decora le pareti delle migliori questure italiane sottoforma di uno spirito del bene che infilza - con una spada ben affilata in una mano, e una bilancia nell'altra - un diavolone che non vi dico.
Gli stand di piazza Sant'Oronzo risplendono già da domenica di autorità, velocità e vari gadget (preferibilmente color blu). Ma il bello veniva ieri: alle 18 la benedizione impartita dall'Arcivescovo di Lecce Domenico D'Ambrosio, nel corso di una messa solenne che ha visto la partecipazione del ministro leghista dell'Interno Roberto Maroni; nonché quella del Capo della Polizia dal cognome più esplicativo di sempre: Antonio Manganelli. Non mancava neanche un leccese d'eccezione: Alfredo Mantovano, sottosegretario nello stesso ministero di Maroni.
Le parole pronunciate da Manganelli, nell'occasione dell'incontro coi cittadini di Lecce, avvenuto poco prima della funzione, sono state inequivocabili: "Queste sono occasioni di incontro che ci permettono di ricordare le quotidiane soddisfazioni, i successi, le gioie, e anche i dolori profondi che vive un'istituzione complessa come la nostra, fatta da oltre 100 mila persone che sono quotidianamente esposte al pericolo. Perciò amo dire che queste non sono feste, ma occasioni di incontro".
Al termine della cerimonia religiosa, ecco quella civile, ancora più partecipata, della traslazione dei corpi del ministro e delle centinaia di cariche dello Stato presenti (sindaci e principali assessori di qualunque paese della Provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, inclusi). La quale traslazione avviene, per forza di cose, in maniera del tutto autonoma e semovente; salvo essere seguita a passo d'uomo da una serie di autoblu che, nell'occasione, molti monelli di strada, ormai anziani, hanno inavvertitamente scambiato per "li funerali di qualche personaggio importante della televisione". Non si era mai visto, all'altezza dell'immane ingorgo creatosi all'incrocio fra via Trinchese e via XXV Luglio, un tale spettacolo di uniformi e divise. Quelle, più sobrie, degli alti funzionari di Polizia erano accompagnate da quelle multicolore degli ufficiali di Marina, dell'Esercito e dell'Aviazione. Neanche un bambino al di sopra dei 12 anni di età, in quei fatidici momenti in cui il corteo faceva il suo ingresso nell'antico Castello di Carlo V, sognava altro futuro se non nelle Forze dell'Ordine, per sé e per i suoi amichetti del cuore (che, nel frattempo, si azzuffavano per un McFlurry qualche metro più in là).
I più composti, una volta tanto, sono senza dubbio i giornalisti. Capeggiati dall'ottimo ed elegantissimo Marcello Favale.
In ogni caso, al di là delle considerazioni che, certamente, i meno sensibili al problema della pubblica sicurezza potranno fare sull'evento di ieri, quello che conta è che sempre più Lecce si sa distinguere e ormai anche celebrare nel ruolo di città sede di eventi e
di iniziative di livello nazionale.
Per tutto il resto, per quello che è avvenuto alle 21 all'interno del Castello (ovvero il conferimento del Premio San Michele a chi si sia distinto per "coraggio, altruismo, solidarietà e legalità"), ci sarà una differita targata Rai e condotta da Paola Saluzzi e Fabrizio Frizzi.

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