15 ottobre 2010

AbcDonna: il femminile alla salentina

In edicola con 20Centesimi

Ad ABCDonna, il mensile diretto dalla brillante Ilaria Lia, non manca davvero
niente per essere, da una parte, un piccolo caso editoriale di rivista al femminile che piace davvero anche alle donne informate, e non solo agli uomini "rattusi". Dall'altra, un prodotto del giornalismo salentino di settore che sa farsi apprezzare dal pubblico e dai pubblicitari.
Le sue pagine diversamente patinate, infatti, si ispirano solo con una certa licenza poetica alla stampa nazionale del settore, ma con un bel tocco di concretezza in più. Ai loro consigli di ricette dietetiche, ad esempio, si affiancano sempre solide inserzioni pubblicitarie con bruschette giganti in primo piano. Spostandoci dal culinario allo psicologico, agli eterei consigli sentimentali alla Mina su Vanity Fair - grazie ai quali non ci risulta ancora si sia risolto alcun rapporto, a distanza o di corna che fosse - Ilaria e la sua squadra sostituiscono, con entusiasmo e voglia di fare, risposte estremamente più pragmatiche di quelle della ghost writer saccentella di una cantante leggendaria, ma attualmente non in grado di passare attraverso numerosi tipi di infisso, e figuriamoci attraverso il vaglio dell'autocritica. Che poi le dette risposte, soprattutto le più pratiche, possano corrispondere, nel 90% dei casi, a un "negati pure al telefono finché non ce l'hai all'amo, e poi tira, tira, tira, tanto non si spezza", non è per via di una limitazione delle nostre pregevoli giornaliste, bensì a causa delle mancanze strutturali del genere maschile italiano contemporaneo.
In verità, dovrebbe essere cosa nota che, nei femminili nazionali egemoni, da Io Donna e gli altri inserti settimanali dei maggiori quotidiani, fino ai mensili belli e impossibili come Amica e compagnia bella, si valica facilmente una certa misura, oltre la quale i suddetti periodici non vengono comprati più per una reale esigenza di informazione. Oltre una certa patinatura, oltre un certo numero di pubblicità di lingerie, oltre una precisa quantità di stronzate, quelle riviste vengono comprate o da donne che non potranno mai permettersi quei vestiti o quelle creme, o da uomini che non potranno mai permettersi le donne che le portano.
E' un po' come quando, in agosto, tradite il vostro barbiere di città con quello del mare (ci sono amori estivi anche in settori come il taglio dei capelli), e vi rendete conto di come la sua bottega sia tempestata di numeri di "Yacht and Sailing", e via dicendo. No, quelle barche non tutti i barbieri possono permettersele: ma sfogliando quelle pagine, ogni volta, è un po' come se tutto fosse possibile.
Ecco, è questo che ci piace particolarmente di ABCDonna: si può essere estremamente femminili senza ammorbare discettando solo di boutique; o dichiarando immancabilmente di non mangiare altro che sushi, salvo poi essere scoperte sotto i riflettori esterni di Pizzicotto con mezza taglia di tartufo e patate. Per inverso, non è detto che per essere accettate come pari - eppure sempre ineffabilmente, inevitabilmente differenti - le nostre amate donne debbano per forza di cose mostrare i loro difetti o le loro esagerazioni. Le riviste al femminile sono lette (e scritte) anche dai noi maschi? Soprattutto, sono sfruttate soprattutto dai maschi? ABCdonna sceglie molto meglio il suo target: donne che vogliono seriamente essere informate su quello che di meglio c'è in giro per loro (e al miglior prezzo), con uno sguardo deciso sul locale; e uomini che vogliono lo stesso meglio per le loro compagne, a loro insaputa, o con un pizzico di complicità in più.
Con salentine così, diventa inutile fingere di saper stare al gioco dello shopping, anche duranti i primi giorni di corteggiamento. E' un'emozione scoprire che valori e stili come questi possano essere condensati in 70 pagine di ottima carta.
Tutto bello e tutto interessante, dunque. Fino a che non arriva la mazzata, dobbiamo dirlo, che prende la forma dei due cognomi di Guglielmo Forges Davanzati. "Ah" - uno dice a se stesso - "finalmente leggo qualcosa di semplice di Forges Davanzati". Sul Quotidiano è più forte di noi: si comincia, e si finisce prima della metà della prima colonna. Fra l'impaginazione fashion e la bella foto della direttrice, uno si aspetta il miracolo. E invece no.
Per il resto, brava, bravissima Ilaria Lia. In un'epoca di sperimentazioni e trasgressioni come questa, continua a mostrarci quanto siamo vicini e quanto siamo lontani.

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